Intervista al Presidente FISE Avv. Marco Di Paola

Egr. Presidente Marco Di Paola,
La ringraziamo per aver accettato di rispondere ad alcune domande che sorgono spontanee quando un ciclo volge al termine.

Siamo al termine del quadriennio della Sua Presidenza in FISE; in sintesi, come la commenta?

“Credo di poter dire che sono stati quattro anni fantastici e densi di grandi emozioni e soddisfazioni per lo sport equestre in generale e per la vita della nostra Federazione. Nonostante questa stagione, martoriata dall’emergenza Coronavirus, possiamo affermare che i conti sono rimasti in ordine. Questo è potuto accadere grazie al grande lavoro di condivisione svolto con il Consiglio, con gli uffici federali e con tutte le componenti della FISE. Mi riferisco in particolare al grande apporto dato dai Comitati regionali, bracci operativi sul territorio. Anche lo sport ha regalato grandi soddisfazioni a tutti gli appassionati in questo quadriennio. I nostri ragazzi, mi riferisco a cavalieri e amazzoni con il fondamentale supporto dei propri cavalli, hanno ottenuto successi che mancavano alle nostre bacheche da oltre un trentennio. C’è tanto da fare ancora e siamo pronti a portare avanti il lavoro iniziato”.

Come ha trovato la Federazione, quattro anni fa, ed oggi è cambiata? E se si, come?

“Certamente la FISE usciva da una stagione commissariale non facile. Nonostante il grande lavoro dei Commissari e di Vittorio Orlandi, che ha avuto il compito di traghettare la FISE, posso dire che oggi la Federazione è più a misura di tesserato…più vicina alle esigenze dei praticanti, dei circoli e delle associazioni. Abbiamo cercato di lavorare per ottenere una Federazione di servizio pronta a rispondere ella esigenze dello sport di vertice, ma anche della base”.

Ritiene di aver portato a termine tutti i suoi programmi di quattro anni fa, o sono ancora da completare, tutti o parte di essi?

“Ritengo di aver portato a termine, insieme al mio Consiglio federale, gran parte degli obiettivi che ci eravamo prefissi. Come accennato, siamo riusciti a creare una Federazione pronta a fornire servizi. A distinguere lo sport di vertice da quello di base, cercando di fornire risposte adeguate all’una e all’altra parte della nostra Federazione. Perché è inutile nascondercelo, ma sono due componenti fondamentali del nostro mondo che hanno bisogno di risposta e assistenza diversa. Abbiamo lavorato insieme al Governo per dare una identità, non solo al cavallo atleta, ma anche ai nostri istruttori federali. Certo, c’è ancora tanto da fare, ma insieme alla mia squadra siamo pronti e continuare a lavorare per la Federazione e per i tesserati”. 

Se esistente, quale ritiene sia la sostanziale differenza nell’approccio federale alla disciplina degli Attacchi negli ultimi quattro anni? 

“Devo dire che questo Consiglio federale ha potuto contare sul valido apporto, anche per quanto riguarda la disciplina degli Attacchi, di un suo valente componente. Mi riferisco al Consigliere Luca D’Oria che con passione, pazienza e grande attenzione è stato in grado di valutare tutte le problematiche e trovare, insieme al Consiglio, e in particolare con l’esperienza del Consigliere Nicola Boscarelli, le adeguate soluzioni. Credo che il valore aggiunto di questo quadriennio sia stato quello di tenere in grande considerazione tutte le discipline come parte di un unico contenitore: quello degli sport equestri e non solo le discipline olimpiche.

Nel corso della Sua Presidenza è cambiata la Sua personale opinione circa la Disciplina degli Attacchi?

“È una specialità che – devo confessare – mi ha stupito in senso positivo. Ritengo che questa disciplina abbia dei grandissimi contenuti non solo tecnici, ma anche formativi soprattutto per i giovani. Devo dire che Luca D’Oria, da quando ha preso in mano la situazione, anche con l’ausilio e la professionalità di Ferdinando Bruni e di Pasquale Pisani, ha riportato armonia nella disciplina e valorizzato la componente amatoriale del comparto, senza tralasciare i risultati agonistici”.

Ritiene che la Disciplina Sportiva degli Attacchi abbia spazio, attenzione e possibilità di sviluppo nella realtà sociale italiana?

“Certamente si. Come ho già detto ritengo che la disciplina abbia degli alti contenuti formativi ed educativi. Questi vanno assolutamente impiegati per la valorizzazione della specialità. Il Consiglio federale, su sollecitazione del Consigliere Luca D’Oria, ha voluto investire molto nello sviluppo della disciplina. Ha trovato formule di gara che premiassero la partecipazione degli appassionati e raggiunto intese con altri soggetti presenti nel comparto come il GIA, la FitetrecAnte e diversi Enti di Promozione Sportiva. Oggi la base di partecipazione si è molto ampliata con soddisfazione degli appassionati, dei sportivi e degli organizzatori. Abbiamo investito molto anche sul mondo del paradriving, specialità alla quale – è stato un piacere per me poterlo constatare anche a Verona nel 2019 – in parecchi si sono avvicinati. Lo sviluppo sociale della disciplina, inoltre, credo passi anche dalla conservazione della nostra storia. Fortunatamente tanti appassionati si dedicano con passione alla conservazione del nostro patrimonio storico-culturale che la disciplina offre e credo che in questo settore la nostra nazione non abbia eguali”.  

Ritiene che la disciplina Sportiva degli Attacchi abbia un futuro quale Disciplina Olimpica?

“Credo che a livello olimpico si stia puntando sempre più sulla spettacolarità e sulla riduzione dei tempi di gara. Credo che a livello di spettacolo con la prova dei coni e soprattutto con la maratona queste caratteristiche sono garantite. Pensate a cosa sta accadendo per il polo nelle olimpiadi invernali. Certamente nel 2022 avremo un appuntamento importantissimo ai Pratoni del Vivaro con i Mondiali dei tiri a quattro…potrebbe essere quello un primo step per lanciare un importante messaggio in questa direzione”.

 

 

 

 

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